La lampadina elettrica è il simbolo maggiormente utilizzato per raffigurare la nascita di una nuova idea. L’immagine più comune è quella di una lampadina accesa che appare sopra la nostra testa.
Come la lampadina, che in un attimo si accende e spegne con uno scatto, allo stesso modo le nuove idee scaturiscono dalla nostra mente, in un baleno, senza alcun preavviso.
A volte, da situazioni per nulla pertinenti con il tema in questione, come la conversazione casuale con un collega, nascono soluzioni semplici a problemi annosi e seccanti. Allo stesso modo, un articolo in cui ci siamo imbattuti casualmente può accendere la nostra mente su come potremmo affrontare un aspetto del lavoro in modo più efficiente.
È una grande sensazione quando la nebbia si schiarisce e si trova la risposta ad un problema persistente o scopriamo nuovi ed inaspettati modi di fare meglio le cose. Ma facciamo un passo indietro e chiediamoci… siamo seduti passivamente in attesa che l’illuminazione arrivi sulla nostra strada o stiamo cercando attivamente di avere quest’esperienza?
Da diversi anni l’innovazione e la creatività sono tra le competenze chiave che si ricercano all’interno di un team ed è assegnato alla funzione HR un ruolo guida nei processi di valutazione e sviluppo di queste competenze, a maggior ragione oggi in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia.
È vero che diverse organizzazioni hanno accettato la sfida della trasformazione digitale, rivoluzionando le pratiche di lavoro, i modi per valutare le performance dei dipendenti, i piani retributivi e di carriera, introducendo le più recenti tecnologie per supportare i processi di gestione e sviluppo delle persone e la comunicazione interna.
Ma è anche vero che molte realtà hanno continuato a perpetuare vecchi approcci alla gestione delle risorse umane. Dopo tutto, la professione è stata tradizionalmente reattiva, dove l’attenzione si è spesso concentrata sulla risposta alle esigenze del business e sulla conformità, piuttosto che sull’innovazione e sulle creatività.
Diceva Keynes che la più grande difficoltà nasce non tanto dal persuadere la gente ad accettare le nuove idee, ma dal persuaderli ad abbandonare le vecchie.
Vincere la resistenza culturale al cambiamento è un must per chi si occupa di HR, in particolare per poter affrontare le sfida della trasformazione digitale dei processi e creare quel terreno fertile necessario per sviluppare innovazione in azienda.
È vero che le risorse umane sono spesso sotto pressione. Se parlate con le persone HR molti di loro vi diranno che in fondo lottano solo per tenere il passo con il lavoro quotidiano e c’è poco tempo per preoccuparsi di innovare.
Il problema di questa costante “lotta a spegnere l’incendio”, tuttavia, è che, sebbene le esigenze a breve termine siano quasi sempre più che soddisfatte, i cambiamenti a lungo termine sono molto scarsi. I problemi di medio-lungo periodo non scompaiono, le performance non migliorano e la produttività rimane statica.
Ma è proprio grazie all’innovazione tecnologica ed ai sistemi di amministrazione del personale che le risorse umane aziendali possono riuscire ad individuare nuove modalità di approccio alla professione che consentano loro di gestire in modo più efficiente il day to day amministrativo, così da ritagliarsi del tempo per dedicarsi al vero valore aggiunto del loro ruolo: aiutare il team a far fiorire la creatività per mantenere il business competitivo e pronto ai cambiamenti.
Quindi, cosa possono fare le persone HR per rendere l’innovazione e la creatività parte integrante del modo in cui svolgono il loro lavoro piuttosto che un occasionale add-on solo quando il tempo lo permette o una grande idea atterra casualmente sul loro tavolo?
Parlando di recente con alcuni HR manager su come gestire lo sviluppo dei collaboratori di talento e puntare maggiormente sullo spirito di innovazione delle proprie risorse umane, abbiamo raccolto molto idee che possono essere sintetizzate in tre piccoli ma importanti suggerimenti.
Curiosità
Un primo elemento che deve caratterizzare le persone che in HR lavorano a questo obiettivo è, senza dubbio, la curiosità. La curiosità di conoscere il business, i propri prodotti e servizi, la propria organizzazione. Se le persone HR vogliono davvero fare la differenza – qualsiasi problema stiano cercando di affrontare – devono adottare una mentalità di apertura e curiosità. Occorre uscire da dietro la propria scrivania e iniziare a scoprire come i colleghi del business affrontano i problemi di tutti i giorni, scavando nel dettaglio di ciò che funziona bene, le best practice che possono servire a migliorare la situazione attuale e valutando se ci sono nuove idee che possono essere interessanti per la propria organizzazione.
Approccio consulenziale
Le persone HR devono operare da consulenti interni dell’azienda ed introdurre uno spazio di dialettica per garantire un costante allineamento con gli obiettivi aziendali. Devono adottare un approccio e una metodologia di lavoro che li porti a porre continuamente domande, anche quelle difficili per l’organizzazione, sforzandosi di scoprire cosa realmente non funziona sul campo e lavorare in collaborazione con i manager di linea per superare pratiche vecchie e restrittive. In questo le moderne infrastrutture tecnologiche di collaborazione digitale possono dare uno straordinario supporto alla funzione HR.
Dedicare il giusto tempo
I momenti in cui si accende la lampadina non arrivano così spesso, sono molto rari, a meno che non si metta in atto una precisa strategia volta ad accenderla. Occorre dedicare tempo per fare rete, utilizzare benchmark e attingere alle migliori pratiche se vogliamo sviluppare nella nostra organizzazione una cultura dell’innovazione e mettere in atto cambiamenti che, vincendo pregiudizi e resistenze, producano risultati significativi e duraturi per il business.
E voi cosa state facendo in azienda per favorire l’innovazione e la creatività? Cosa state facendo per sviluppare quelle competenze che nel medio-lungo periodo faranno la differenza per il vostro business?