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Articolo pubblicato il 7 Luglio 2020 Tempo di lettura: 2 minuti

I Consulenti del Lavoro sono professionisti che per esercitare la professione devono avere una laurea almeno triennale in giurisprudenza (dove esiste un corso specifico in “Consulenza del lavoro e relazioni aziendali”), economia o scienze politiche. Il possesso della laurea non è però di per sé sufficiente: è richiesto anche un periodo di 18 mesi di praticantato presso uno studio di Consulenza del Lavoro o di un altro professionista autorizzato e, solo successivamente, è possibile sostenere l’esame di Stato che abilita all’esercizio della professione. Il cursus honorum per chi ambisce a ricoprire questa figura è quindi piuttosto lungo e per certi versi simile a quello delle altre professioni giuridiche.

Il consulente del lavoro nel contesto economico-sociale

Il ruolo dei Consulenti del Lavoro per il sistema produttivo Italia è socialmente molto importante: sono circa 23mila gli studi professionali abilitati, che offrono lavoro a circa con 70mila dipendenti, amministrano 1 milione di aziende cliente per miliardi di euro di monte retribuzioni gestite all’anno. Dal riconoscimento ufficiale dell’Ordine nell’ormai lontano 1979, questa professione ha subito diversi mutamenti e oggi si ritrova in una posizione centrale tra impresa, istituzioni pubbliche e lavoratori.

Le attività e i compiti svolti dai Consulenti del Lavoro sono molteplici. Da un lato, vi sono funzioni di tipo amministrativo, che consistono nella completa gestione del rapporto di lavoro, dalla creazione all’estinzione, in tutti i suoi aspetti economici, giuridici e previdenziali. Uno dei principali processi connessi in concreto a questo lavoro è l’elaborazione delle buste paga. Dall’altra, vi è una attività più prettamente consulenziale, che prevede consulenza nelle relazioni che le aziende intrattengono con enti e lavoratori, nei rapporti aziendali di carattere obbligatorio e rappresentando l’azienda in sede di contenzioso sia con gli istituti previdenziali, assicurativi e ispettivi del lavoro sia nelle vertenze (conciliazioni o arbitrati), assistenza fiscale e tributaria. Soprattutto a favore delle piccole e medie imprese, la consulenza si estende anche ad altre aree di intervento quali l’analisi e previsione del costo del lavoro, la selezione e formazione del personale.

In conclusione, il consulente del lavoro fornisce un servizio fondamentale alle aziende, specie per le PMI che possono “liberarsi” di incombenze tecniche e specialistiche e godere di un sostegno affidabile da parte di esperti del settore.

La necessità di digitalizzare lo Studio

Se oggi, luglio 2020, entrassimo in uno studio di consulenza del lavoro, ciò che sicuramente noteremmo è la grande quantità di archivi cartacei e raccoglitori Dox un po’ ovunque. Nell’attività di intermediario tra l’azienda cliente ed enti terzi vengono scambiati tanti documenti; lo stesso avviene in tutte le attività in outsourcing di elaborazione delle buste paga e per i servizi di consulenza.

Tutto ciò comporta un consistente impiego di tempo e risorse per evadere le richieste e rispettare le scadenze, rendendo spesso gravoso e di conseguenza lento il processo da entrambi i lati (studio – azienda).

Di recente l’uso delle più moderne tecnologie consente di offrire la stessa qualità di servizio e attenzione al cliente ma con un notevole risparmio di tempo e denaro.

Oggi il consulente del lavoro ha a disposizione moderne piattaforme HR digitali che gli consentono di gestire, in modo organizzato e sicuro, minimizzando l’uso della carta, tutti i processi di gestione del personale, elaborazione paghe e consulenza per le aziende clienti. Le informazioni sono facilmente accessibili, i processi digitalizzati e l’azienda può avere un colloquio diretto attraverso la piattaforma digitale con il team dello studio che segue la sua organizzazione. In più l’utilizzo di tecnologie innovative e testate assicura una maggiore sicurezza dei dati, il cui scambio con il consulente avviene in maniera completamente tracciata e sicura e non più via mail o tramite documenti cartacei che rischiano di perdersi o finire nelle mani di chi non avrebbe i permessi per visualizzarli. Un modo semplice per assicurare all’azienda il totale rispetto delle normative in merito alla protezione dei dati personali.

Sempre più i responsabili HR desiderano avere una visione integrata dei processi in ambito gestione e amministrazione del personale. Le soluzioni come Wospee consentono all’azienda di avere accesso a tutte le informazioni gestionali e amministrative, e il consulente del lavoro può, come utente esterno consulente dell’azienda, collegarsi alla piattaforma HR secondo un profilo di accesso specifico ed estrapolare tutti i dati che gli servono per l’elaborazione dei cedolini paghe, per produrre tutti gli adempimenti periodici e per fornire puntualmente il supporto consulenziale richiesto.

I benefici in termini di ottimizzazione del tempo dedicato ai processi più ripetitivi, oltre ad una grande quantità di carta risparmiata, sono evidenti fin da subito. Una volta digitalizzati tutti i processi amministrativi è possibile per la funzione HR dedicare più tempo ad attività a maggior valore aggiunto per il business.

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