Wospee Pictogram
Wospee Pictogram
Articolo pubblicato il 17 Novembre 2025 Tempo di lettura: 2 minuti

Dal 1° gennaio 2026, possibile una tassa ridotta al 10% sugli aumenti in busta paga previsti dai rinnovi dei contratti collettivi. In manovra per il 2026 anche riforma ISEE e taglio IRPEF.

Aliquota agevolata del 10% sugli aumenti di stipendio 

Dal 1° gennaio 2026 potrebbe entrare in vigore un’aliquota fiscale agevolata del 10% sugli aumenti di retribuzione stabiliti con il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro. 

La misura, proposta dalla ministra del Lavoro Marina Calderone all’interno della legge di Bilancio, prevede uno stanziamento di circa 2 miliardi di euro per il 2026, con l’obiettivo di favorire l’adeguamento dei salari al costo della vita. 

L’incentivo, che potrebbe non essere applicato ai redditi più alti, permetterebbe ai lavoratori di ottenere un aumento netto più consistente rispetto agli incrementi lordi stabiliti dai rinnovi contrattuali. 

Quanto cresceranno gli stipendi 

Secondo le simulazioni, gli aumenti derivanti dai nuovi contratti collettivi potrebbero portare a un incremento medio di circa 800 euro lordi annui, pari a circa il 3,5% della retribuzione media dei dipendenti privati. 

Con la nuova aliquota agevolata, il prelievo Irpef scenderebbe da 200 euro a 80 euro, con un aumento netto da 600 a 720 euro, quindi un guadagno aggiuntivo di circa 120 euro l’anno. 

Poiché gli aumenti previsti dai rinnovi si realizzano in tre anni, anche la copertura della misura dovrebbe essere triennale: 

  • 900 milioni il primo anno 
  • 1,4-1,5 miliardi il secondo 
  • 1,8 miliardi il terzo 

Per un costo complessivo superiore a 4 miliardi di euro. 

Riforma dell’ISEE: esclusa la prima casa dal calcolo 

Tra le misure a sostegno dei redditi medio-bassi previste nella Legge di Bilancio, è attesa anche una riforma dell’ISEE. 
La novità più significativa riguarderebbe l’esclusione dell’abitazione principale dal calcolo, con un valore catastale massimo tra 75.000 e 100.000 euro. 

Questo cambiamento consentirebbe a molte famiglie di accedere più facilmente alle prestazioni legate all’ISEE. 
La riforma dovrebbe inoltre intervenire sulle scale di equivalenza: i punti aggiuntivi per i figli potrebbero aumentare già dal secondo figlio. 

Taglio IRPEF: seconda aliquota giù dal 35% al 33% 

Nella manovra dovrebbe trovare spazio anche il taglio dell’IRPEF. 
In particolare, l’aliquota del secondo scaglione passerebbe dal 35% al 33%, applicandosi ai redditi tra 28.000 e 50.000 euro annui. 

Ecco gli effetti stimati: 

  • Reddito di 30.000 euro → vantaggio di circa 40 euro annui 
  • Reddito di 35.000 euro → beneficio di circa 140 euro 
  • Reddito di 40.000 euro → aumento netto di circa 240 euro 
  • Reddito di 50.000 euro → risparmio massimo di circa 440 euro 

Conclusione sugli aumenti in busta paga dal 2026

Le misure ipotizzate nella prossima legge di Bilancio delineano un intervento complessivo a sostegno dei redditi da lavoro dipendente, volto ad accompagnare il rinnovo dei contratti collettivi e a migliorare la capacità di spesa delle famiglie, portando attesi aumenti in busta paga.

L’aliquota agevolata sugli aumenti, la riforma dell’ISEE e il taglio dell’IRPEF puntano insieme a garantire più equità fiscale e maggiore reddito disponibile, soprattutto per i lavoratori con salari medi e medio-bassi.

Resta ora da capire se le misure saranno confermate nel testo definitivo della manovra e in quali tempi entreranno effettivamente in vigore.

Per usufruire della chat devi cambiare le tue imposazioni sulla privacy.